RIVOLTA contro lo Streaming Moderno: quale Eredità lascerai dietro di te?
Ho il sospetto che il "mondo in streaming" ci stia impoverendo più che arricchirci: ecco perché sono tornato a collezionare dischi, film, musica e molto altro! Un discorso che spero sentano in tanti!
Attenzione: la trascrizione è in parte gestita da IA e, per esigenze di adattamento, potrebbe non corrispondere completamente alla puntata relativa.
Dalla puntata del 11 giugno 2025.
Oggi riflettiamo sul valore della cultura e dell’arte nell’era dello streaming e degli abbonamenti digitali.
Pur riconoscendo infatti i vantaggi di accesso infinito a musica, film, serie TV e giochi, dobbiamo mettere sul tavolo le criticità di questa modalità di fruizione: la perdita del possesso tangibile, il rischio di modifiche unilaterali e l’impoverimento del patrimonio culturale trasmesso di generazione in generazione.
Trovo necessario ritornare alla materialità dell’arte, come vinili, DVD, libri e dischi, per preservare l’identità e il significato delle nostre passioni e lasciare un’eredità reale, concreta e duratura alle future generazioni.
Oggi, insomma, farò un vero e proprio appello a riscoprire il valore del fatto a mano, dell’originalità e della tangibilità, contro un mondo sempre più fragile, che si digitalizza e si globalizza, ma rischia di perdere il suo cuore più profondo.
Punti Chiave del Post di oggi:
1. Riflessione sul mondo dello streaming
Lo streaming offre cataloghi infiniti di musica, film, serie, videogiochi, arte, a costi mensili contenuti.
La comodità ha portato a un’“abbonamento life”, ma nasconde problemi di perdita di possesso e controllo sull’arte.
2. La perdita del possesso e dell’eredità culturale
Il contenuto diventa arbitrariamente indisponibile: diritti scaduti, decisioni aziendali, scelte degli artisti.
Esempi: musica di Neil Young, cambi di colonne sonore, doppiaggi modificati, scene tagliate.
Si perde il legame tangibile e intergenerazionale, si riduce la possibilità di tramandare cultura e memoria.
3. Costi crescenti e superficialità nell’utilizzo
Gli abbonamenti sono sempre più numerosi e potenzialmente costosi, arrivando a cifre elevate.
La fruizione è spesso superficiale: pochi film/musica guardati o ascoltati realmente, molte piattaforme inutilizzate o abbandonate.
La disponibilità infinita non corrisponde a un reale approfondimento.
4. Fragilità del digitale e rischio di perdita
L’arte su ritrova tutta relegata in cloud, fragile, soggetta a cambi di server, modifiche, problemi di sicurezza.
Possibile scomparsa totale di contenuti, come si vede in scenari distopici (es. “Fuga da Los Angeles”).
La fragilità del digitale sovrapposta alla non tangibilità delle risorse.
5. L’eredità culturale e il rapporto intergenerazionale
La cultura si trasmette attraverso oggetti tangibili: libri, vinili, DVD, dischi, cassette.
Questi oggetti portano tracce fisiche, emozioni, ricordi di chi li ha usati.
La mancanza di questa tangibilità crea un vuoto, una rottura intergenerazionale.
6. L’importanza del patrimonio fisico
La memoria si trasmette tramite oggetti materiali, che portano tracce sensoriali e identitarie.
Esempi personali: vinili, DVD, libri, oggetti lasciati dai genitori.
La necessità è quella allora di preservare e lasciare in eredità questa cultura fisica, a vantaggio dei figli e delle future generazioni.
7. Il problema della digitalizzazione e l’importanza di preservare l’arte
La cultura digitale, se non accompagnata dalla materialità, rischia di perdere il suo significato.
La musica, i film, le opere d’arte devono essere partecipi di un’esperienza concreta, non solo dati binari.
Acquistare e custodire oggetti fisici sostiene anche gli artisti e valorizza l’arte.
8. Un appello alla riscoperta della materia artistica
Riappropriarsi dei supporti fisici come vinili, DVD, libri, perché meno fragili e più carichi di significato.
Lasciare in eredità mano nella mano, oggetti che portino la traccia di chi li ha amati.
Creare un patrimonio materiale che duri nel tempo e che racconti la propria storia e passione.
IL DAILY COGITO DI OGGI:
Ho un timore: inizio a temere che il mondo dello streaming, sul lungo periodo, ci farà perdere molto più di quanto abbiamo guadagnato, e sta già succedendo.
Ed è per questo che, con prudenza, dovremmo secondo me tirare il freno: oggi vi parlo del perché ho cominciato a costruirmi una collezione di vinili (e non solo) e di come questo ha a che fare con la nostra eredità culturale.
Ma quanto è comodo avere accesso a cataloghi pressoché infiniti di musica, film, serie TV, videogiochi, arte, video, contenuti, creatività di ogni genere, al modico prezzo di abbonamenti mensili?
Sì, è meraviglioso: ed è per questo che, a inizio anni 10, siamo saltati sul carrozzone del vincitore, ovvero lo streaming online. E così sono nati tutti quei servizi che oggi spopolano: Netflix, Spotify, Amazon Prime, e poi Game Pass, PlayStation Plus, Disney Plus, eccetera.
Oggi i cataloghi in abbonamento sono infiniti e forniscono una quantità incredibile, una varietà impensabile di servizi, contenuti e mille altre cose. Ma, lo sappiamo perché l'abbiamo detto qualche giorno fa, quel che è comodo non è necessariamente buono perché dietro alla vita in streaming, alla subscription life (così viene chiamata ormai nei paesi anglofoni) si celano dei problemi grossi che oggi vorrei discutere con voi.
Quindi mettetevi comodi, perché facciamo un piccolo viaggio nella cultura pop e nel significato dell'accumulo di cultura.
Vi siete accorti che noi non possediamo più l'arte di cui fruiamo e l'arte che amiamo?
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