PUTIN, Too Big To Fail, non può permettersi alcuna PACE
Di fronte all'ennesimo bluff sui negoziati di pace è ormai chiaro: Putin non può permettersi la pace, di nessun tipo. Questo è un gravissimo problema che porterà conseguenze terribili. Ragioniamoci!
Attenzione: la trascrizione è in parte gestita da IA e, per esigenze di adattamento, potrebbe non corrispondere completamente alla puntata relativa.
Dalla puntata del 16 maggio 2025.
Nel Daily Cogito di oggi prenderemo in analisi la difficile situazione che la Russia di Putin si trova attualmente a dover affrontare nel conflitto con l’Ucraina, evidenziando come la strategia del leader Russo di bluff e aggressione militare abbia portato il paese a un punto critico.
Attraverso dati e riflessioni annesse cercheremo di metterci in guardia sul rischio enorme di una crisi disastrosa, anche peggiore di quella libica, che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera Europa e il mondo, laddove la Russia dovesse collassare.
Ma per quanto il potere di Putin sia fragile e che l’unico scenario possibile di uscita da questo impasse sia un ritiro intelligente da parte sua e un conseguente cambiamento di regime, questa possibilità appare ormai sempre più irrealizzabile.
I PUNTI CHIAVE DEL DAILY COGITO:
1. La strategia di Putin e il fallimento delle promesse
Putin ha lanciato un’offensiva lampo contro Kiev, che poi è fallita.
Dopo il fallimento, ha tentato di conquistare il Donbass, anche questo fallito.
Putin invia negoziatori di quart’ordine e fa false promesse di negoziato.
2. La crisi militare ed economica della Russia
L’economia russa è in crisi, le perdite umane sono enormi, e l’esercito è allo sbando.
Le sanzioni occidentali iniziano a fare effetto, erodendo le finanze e le risorse della Russia.
La guerra sta pesando molto sulle finanze e sulla forza militare di Mosca.
3. La verità sui fallimenti militari di Putin
La presenza di perdite altissime (circa 950.000 militari morti, feriti o fuggiti).
Le perdite di veicoli militari e il progresso territoriale irrisorio, equivalenti a una sproporzionata dismissione di risorse.
La guerra è del tutto fallimentare: obiettivo di “denazificare” e conquistare Kiev fallito.
4. La posizione di Putin: too big to fail, ma troppo fragile per sopravvivere
La Russia, anche se in crisi, è troppo importante geopoliticamente per collassare.
Putin tiene in piedi il paese con una strategia di bluff e minacce, ma il suo regime è molto fragile.
Potrebbe collassare in modo violento, con conseguenze disastrose.
5. La possibile crisi catastrofica e il rischio di disgregazione
Se Putin crolla, la Russia rischia di dividersi in una serie di conflitti regionali e instabilità.
La disgregazione potrebbe causare un effetto domino mondiale, intensificando crisi migratorie e instabilità globali.
6. Colpe e responsabilità di chi ha sostenuto Putin
Molti paesi e personaggi italiani hanno sostenuto le menzogne di Putin.
La responsabilità di questa scelta ricade sulle scelte sbagliate di chi ha dato credito a Putin, aggravando il disastro attuale.
IL DAILY COGITO DI OGGI
Il prossimo che verrà a dirmi che Putin vuole la pace verrà defenestrato filosoficamente: una pratica che, non filosoficamente, Putin conosce molto bene e che presto potrebbe capitare persino a lui.
Semplicemente perché la pace Putin non se la può più permettere.
Ne parliamo, come sempre, dopo il sondaggio (troverai la risposta nel corso del testo!).
Che cosa dirà ora Alessandro Orsini, ora che Putin si è sottratto per l’ennesima volta – ma qui in modo veramente eclatante – al confronto per i negoziati?
Ora che ha mandato a Istanbul negoziatori di quart’ordine, addirittura (neanche Lavrov, no!) un ex ministro della Cultura (persona evidentemente informatissima sulle situazioni belliche del confine russo-ucraino!), dopo che tutti – Europa, Trump, Zelensky – gli hanno chiesto di essere presente per far sì che i negoziati possano essere finalmente credibili.
Che cosa dirà ora Orsini? Avrà ancora il coraggio di dire che Putin si era messo in ginocchio per chiedere il cessate il fuoco? Davvero avrà ancora il coraggio di farlo? Beh, ormai non mi stupisco più di nulla, ma vorrei proprio vedere.
Ma che cosa dirà ora Alessandro Barbero, ora che America, Europa, NATO, ucraini – l’asse del male, evidentemente – si sono prodigate per riunirsi insieme alla Russia con l’obiettivo di trovare una soluzione? Che dirà Barbero, ora che la Russia, dopo aver finto più volte un cessate il fuoco, si sottrae al vero confronto, dimostrandosi l’unico ente veramente belligerante in questo scacchiere?
Che dirà Barbero? Dirà qualcosa oppure starà zitto? Forse dirà: “No, vabbè, ma io non ho detto nulla. Torniamo a parlare di Medioevo!”.
Che cosa diranno i Di Battista, i Santoro, i Carlo Rovelli, i propagatori delle menzogne di Vladimir Putin?
Tranquilli, io lo so: troveranno sicuramente una scusa. Diranno che Putin non è andato perché è troppo importante (non può abbassarsi a quei livelli lui!), diranno che Putin non ci va perché è in pericolo di vita: ma pure Zelensky lo è, circa da tre anni se non sbaglio!
Ah a proposito, che fine ha fatto Lucia Annunziata, che qualche settimana fa ha detto con una cattiveria terribile nella voce che Zelensky è un uomo morto?
Morto eppure è a Istanbul. E Putin, no, perché? Perché ha paura per la sua vita? Ma che panzane stiamo dicendo?
Diranno: “Perché è troppo occupato Putin”. Certo, troppo occupato a vincere una guerra che per la Russia si sta rivelando disastrosa!
Ecco, oggi in questo video vorrei veramente ragionare su questi concetti, perché mi sembrano importanti al fine di fare un po’ di ordine nel marasma in cui ci troviamo a sguazzare.
Continua a leggere con una prova gratuita di 7 giorni
Iscriviti a Il Substack del Daily Cogito per continuare a leggere questo post e ottenere 7 giorni di accesso gratuito agli archivi completi dei post.