RINASCI, non CRESCERE: la BUGIA della Crescita Infinita e la Filosofia
Viviamo nell'era della Crescita Infinita, ma questo è un mito che alla base ha l'illusione di poter controllare e guidare le nostre vite. Oggi vi parlo del concetto di RINASCITA.
Dalla puntata del Podcast Daily Cogito del 25 giugno 2025.
Ma perché viviamo ossessionati dall’idea di crescere senza sosta, di controllare tutto e di evitare la perdita?
Perché nascondiamo così compulsivamente le nostre fragilità, le nostre insicurezze e i nostri fantasmi?
Siamo davvero contenti in quest’ansia di crescita continua, in quest’illusione dilagante che il fallimento non esista e che la massima aspirazione sociale sia perpetrare il successo all’infinito?
Mi sembra che questa deriva allucinata della nostra società, così pericolosa per le nuove generazioni, sia un modo per nascondere una verità importante con cui temiamo di confrontarci: tutto è in continuo divenire.
Non è possibile crescere continuamente perché nulla cresce davvero all’infinito; anzi la vera forza risiede nell’accettare l’alternanza tra nascita e morte, crescita e decrescita, rinascita e perdita: solo abbracciando questa ambivalenza possiamo trovare pace e significato nella vita; e proprio di questo parliamo nella puntata di oggi!
Punti chiave del Substack di oggi:
1. Il mito della crescita e l’illusione del controllo
La società odierna vede la crescita come obiettivo e il controllo come possibilità illimitata.
La cultura del “sempre più” alimenta ansie, insoddisfazione e nevrosi.
2. La realtà dell’intera vita: ciclicità e rinascita
La crescita infinita è in realtà però una falsa promessa: ogni cosa nasce, muore e si rinnova.
La vita si basa su continui cicli di nascita, morte e rinascita, come insegna la filosofia antica.
3. La filosofia come disciplina della rinascita
Filosofia significa capire l’indissolubile connessione tra opposti: amore e perdita, vita e morte.
I filosofi come Eraclito, Plotino e Nietzsche ci insegnano che il divenire e il conflitto sono la natura stessa dell’esistenza.
5. Le nevrosi e le ansie del nostro tempo
Il mito della crescita infinita è una illusione che ci raccontiamo perché abbiamo paura di affrontare la realtà: siamo terrorizzati dal fallimento, dalla mancanza, dalla decrescita.
Questa caratteristica del nostro tempo è una delle ragioni principali delle nevrosi e delle ansie del nostro tempo: la nostra società non contempla il fallimento in alcun modo.
Questa situazione pesa specificamente sulla condizione giovanile, fagocitata sempre più dall’ansia di rispettare le aspettative dei padri e dall’incertezza del futuro.
6. La vera rinascita: vivere nell’ambivalenza
L’uomo contemporaneo non si rende conto che la perdita futura è già contenuta nella nostra esperienza attuale, anche nell’amore e nel dolore.
La luce e il buio, la morte e la vita, sono parti di uno stesso ciclo, inseparabili e complementari.
7. La filosofia come ricomposizione
La filosofia aiuta a ricostruire le parti infrante della nostra percezione, ad abbracciare la complessità e la dualità della vita.
Vivere pienamente significa accogliere con consapevolezza anche il suo opposto: gioia e dolore, vita e morte.
IL DAILY COGITO DI OGGI:
E dai, su, cresci! Devi crescere una volta per tutte, guarda questo bellissimo video di crescita personale!
E poi ci sono quelli che dicono "crescita? ma no, basta crescita, viva la decrescita felice!”.
Ma insomma, non ci siamo stancati di questa crescita, questa mitologia della crescita, questa illusione di poter crescere infinitamente?
Dietro quell’illusione ce n’è una ancora peggiore: l’illusione di poter controllare il proprio futuro, controllare la propria esistenza.
E di questa terribile illusione parliamo nel Daily Cogito di oggi!
Bentornati a tutti qui su Daily Cogito e oggi trattiamo questa strana dicotomia concettuale: da un lato la crescita come concetto filosofico metafisico, contrapposto al concetto di rinascita.
Un concetto, quello di rinascita, che ho avuto modo di approfondire durante le varie esperienze di quest’anno e che mi ha colpito molto, al punto che è diventato un cardine centrale del mio ultimo libro, Dio era morto, in cui ho dedicato al concetto di crescita e rinascita un intero capitolo. E vi leggo un estratto:
“Crescere è un’immagine che denota una linea che si incrementa continuamente sull’asse verticale del diagramma cartesiano: salire sempre, conquistare sempre, produrre, espandersi, progredire incessantemente. In ogni ambito della vita si scatena il panico di fronte a ciò che non cresce, non progredisce, non si espande o, peggio, arretra. Questo non accade solo in economia, dove concetti quali stagnazione e decremento sono sinonimi di fallimento e pericolo, ma anche nelle relazioni, dove spesso una coppia si ferma a chiedersi: ‘Dove stiamo andando? Perché non stiamo incrementandoci?’, esprimendo così il profondo disagio che il post-Omerico vive di fronte a ciò che non cresce.
Quando qualcosa non cresce ci manda in panico, perché ci ricorda, in fin dei conti, il nostro limite, la nostra mortalità, il fatto che non possiamo arrivare ovunque e comunque. Perciò abbiamo costruito questo mito, il mito della crescita, di cui vorrei parlare quest’oggi, con tutti i suoi problemi.
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